La villa di via Rossini

Questa è una leggenda metropolitana durissima a morire nella città di Cagliari, molto famosa questa è la versione di Pier Paolo Saba.

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    Arrivati in Sardegna dalla Penisola, ai primi del ‘900, una facoltosa famiglia di commerciati, si stabilì a Cagliari col proposito di allargare la propria attività con il commercio della lana che, in Sardegna si produceva in grande quantità.

    Presero casa in Via Rossini nella zona di S. Benedetto, nella Villa che l’imprenditore aveva fatto costruire secondo le costumanze architettoniche dell’epoca.

    Evidentemente gli affari andavano a gonfie vele e questa famiglia, data la posizione sociale consolidata attraverso il lavoro, era più spesso fuori casa , invitata frequentemente a sfarzose cene e a teatro dai signori locali.

    Il tempo trascorre nella monotonia del lavoro quotidiano e la sera come succedeva spesso si andava fuori.

    Evidentemente attratti dal benessere che circondava questa famiglia, alcuni "mariuoli", pensarono di derubarli, una sera, mentre erano fuori, risaputo che fossero sempre in giro per la città e che non avessero una guardia in casa, entrarono sperando di portar via preziosi, argenti e qualsiasi altra cosa di valore, delusi di non trovare niente di quanto si aspettassero, trovata la cassaforte che non riuscirono di aprire, decidono di aspettare il loro rientro.

    Trascorrono lunghe, interminabili ore, nell’attesa.

    A notte fonda, il ricco commerciante e la famiglia finalmente rientra a casa.
    Mai avrebbero supposto che ad attenderli ci fossero dei ladri, vengono subito aggrediti prendendo in ostaggio le figlie che terrorizzate dai lunghi coltellacci, ammutoliscono.
    -<“Apri la cassaforte!”- gridano al padre terrorizzato i delinquenti, -“Sbrigati! Altrimenti ammazziamo le ragazze.”>-

    A malincuore si avvicina per aprire la cassaforte, che altro avrebbe potuto fare?
    Con le mani tremanti, apre, ed afferrata una pistola che teneva all’interno, la punta decisamente contro i banditi facendo fuoco.

    Loro, istintivamente si erano fatti scudo con le ragazze, ed una di loro cade colpita in pieno petto dal proiettile esploso dal padre.

    La madre, si scaglia contro i banditi urlando di disperazione, viene trafitta da numerose coltellate, oltre una decina, si racconta, cade in un lago di sangue come la figlia colpita dallo sparo e, la seconda muore sgozzata, come il padre, che viene assalito poi da entrambi i delinquenti.

    I corpi dei quattro vengono rinchiusi nella capiente cassaforte, e lavato accuratamente il sangue dal pavimento, portano via quanto vi era custodito, lasciando tutto apparentemente in ordine.

    Per un pezzo della famiglia non si ha più notizie.

    Si è pensato che fossero partiti per il Continente, come si diceva allora, forse per trovare dei parenti.
    Nessuno si preoccupa più di tanto. Si aspettava semplicemente, che tornassero.

    Gradualmente vengono dimenticati, non essendosi più fatti vedere ne sentire.


    La casa abbandonata a se stessa senza manutenzione cade in rovina, l’ampio giardino viene invaso dalle erbacce ed i rovi traboccano oltre il muro di cinta, sporgendo aggrovigliati anche dal bellisimo e ricco cancello, stile Liberty, oramai arrugginito.

    Per fare spazio alla costruzione di un palazzo residenziale, necessario nella centralissima Via Rossini, disattesa la comparsa di eventuali parenti dei vecchi proprietari, il Comune di Cagliari concede la demolizione della villa, affidando l’incarico ad un impresa che si è aggiudicata l’appalto.

    Durante i lavori di demolizione, si rinviene la famosa cassaforte con all’interno i miseri resti dei proprietari scomparsi.
    Chiamati i Carabinieri, ai quali da giorni venivano segnalate delle luci accese all’interno della villa, ai piani superiori, e dalle urla inumane che venivano dall’interno dalla casa, fatti i rilievi del caso e non avendo registrato niente di anormale, il caso viene archiviato.

    Si era pensato a qualcuno che intendesse fare degli scherzi (di cattivo gusto), ma, oltre a qualche coppietta che si appartava sporadicamente all’interno del cortile, non c’erano tracce di altri passaggi per la casa.

    Le luci e le urla si vedevano e si sentivano periodicamente, ancor prima che intervenisse il Comune, oramai da lunghi anni.

    a cosa curiosa è che la corrente elettrica era staccata da anni … tuttavia, tutto continuava pur in assenza della corrente, e continua fin ora, così si racconta.
    Nonostante la Villa del delitto sia stata demolita ce ancora tanta gente nel quartiere che giura di vedere dei lampi di luce e periodicamente, a sentire le terrificanti urla della famiglia massacrata.
    Un mistero mai risolto.

    Nonostante appostamenti effettuati dalla Polizia e dai Carabinieri, il fenomeno si ripete ancora.

    Il “MISTERO” si infittisce.
    Sarà solo una leggenda?

    CITAZIONE (Tamburina01 @ 28/12/2020, 08:57) 
    Arrivati in Sardegna dalla Penisola, ai primi del ‘900, una facoltosa famiglia di commerciati, si stabilì a Cagliari col proposito di allargare la propria attività con il commercio della lana che, in Sardegna si produceva in grande quantità.

    Presero casa in Via Rossini nella zona di S. Benedetto, nella Villa che l’imprenditore aveva fatto costruire secondo le costumanze architettoniche dell’epoca.

    Evidentemente gli affari andavano a gonfie vele e questa famiglia, data la posizione sociale consolidata attraverso il lavoro, era più spesso fuori casa , invitata frequentemente a sfarzose cene e a teatro dai signori locali.

    Il tempo trascorre nella monotonia del lavoro quotidiano e la sera come succedeva spesso si andava fuori.

    Evidentemente attratti dal benessere che circondava questa famiglia, alcuni "mariuoli", pensarono di derubarli, una sera, mentre erano fuori, risaputo che fossero sempre in giro per la città e che non avessero una guardia in casa, entrarono sperando di portar via preziosi, argenti e qualsiasi altra cosa di valore, delusi di non trovare niente di quanto si aspettassero, trovata la cassaforte che non riuscirono di aprire, decidono di aspettare il loro rientro.

    Trascorrono lunghe, interminabili ore, nell’attesa.

    A notte fonda, il ricco commerciante e la famiglia finalmente rientra a casa.
    Mai avrebbero supposto che ad attenderli ci fossero dei ladri, vengono subito aggrediti prendendo in ostaggio le figlie che terrorizzate dai lunghi coltellacci, ammutoliscono.
    -<“Apri la cassaforte!”- gridano al padre terrorizzato i delinquenti, -“Sbrigati! Altrimenti ammazziamo le ragazze.”>-

    A malincuore si avvicina per aprire la cassaforte, che altro avrebbe potuto fare?
    Con le mani tremanti, apre, ed afferrata una pistola che teneva all’interno, la punta decisamente contro i banditi facendo fuoco.

    Loro, istintivamente si erano fatti scudo con le ragazze, ed una di loro cade colpita in pieno petto dal proiettile esploso dal padre.

    La madre, si scaglia contro i banditi urlando di disperazione, viene trafitta da numerose coltellate, oltre una decina, si racconta, cade in un lago di sangue come la figlia colpita dallo sparo e, la seconda muore sgozzata, come il padre, che viene assalito poi da entrambi i delinquenti.

    I corpi dei quattro vengono rinchiusi nella capiente cassaforte, e lavato accuratamente il sangue dal pavimento, portano via quanto vi era custodito, lasciando tutto apparentemente in ordine.

    Per un pezzo della famiglia non si ha più notizie.

    Si è pensato che fossero partiti per il Continente, come si diceva allora, forse per trovare dei parenti.
    Nessuno si preoccupa più di tanto. Si aspettava semplicemente, che tornassero.

    Gradualmente vengono dimenticati, non essendosi più fatti vedere ne sentire.


    La casa abbandonata a se stessa senza manutenzione cade in rovina, l’ampio giardino viene invaso dalle erbacce ed i rovi traboccano oltre il muro di cinta, sporgendo aggrovigliati anche dal bellisimo e ricco cancello, stile Liberty, oramai arrugginito.

    Per fare spazio alla costruzione di un palazzo residenziale, necessario nella centralissima Via Rossini, disattesa la comparsa di eventuali parenti dei vecchi proprietari, il Comune di Cagliari concede la demolizione della villa, affidando l’incarico ad un impresa che si è aggiudicata l’appalto.

    Durante i lavori di demolizione, si rinviene la famosa cassaforte con all’interno i miseri resti dei proprietari scomparsi.
    Chiamati i Carabinieri, ai quali da giorni venivano segnalate delle luci accese all’interno della villa, ai piani superiori, e dalle urla inumane che venivano dall’interno dalla casa, fatti i rilievi del caso e non avendo registrato niente di anormale, il caso viene archiviato.

    Si era pensato a qualcuno che intendesse fare degli scherzi (di cattivo gusto), ma, oltre a qualche coppietta che si appartava sporadicamente all’interno del cortile, non c’erano tracce di altri passaggi per la casa.

    Le luci e le urla si vedevano e si sentivano periodicamente, ancor prima che intervenisse il Comune, oramai da lunghi anni.

    a cosa curiosa è che la corrente elettrica era staccata da anni … tuttavia, tutto continuava pur in assenza della corrente, e continua fin ora, così si racconta.
    Nonostante la Villa del delitto sia stata demolita ce ancora tanta gente nel quartiere che giura di vedere dei lampi di luce e periodicamente, a sentire le terrificanti urla della famiglia massacrata.
    Un mistero mai risolto.

    Nonostante appostamenti effettuati dalla Polizia e dai Carabinieri, il fenomeno si ripete ancora.

    Il “MISTERO” si infittisce.
    Sarà solo una leggenda?
     
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    C'è una versione che narra che in quella casa ad attendere i padroni di casa con le due figliole che rientrassero da una delle loro serate ci fosse anche la loro domestica.
    Qualcuno, forse addirittura uno dei due banditi, racconta che fu lei a dire quando la casa sarebbe stata libera. La donna in realtà voleva solo riuscire a portar via qualcosa che sapeva essere nascosto dentro la cassaforte e che era appartenuto ad una giovane morta durante una delle serate dove anche lei era presente. Voleva fermare quelle serate ma non quella carneficina.

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  3. Colica
     
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    In 12 sono usciti e 12 regali sono stati distribuiti ma non per tutti. Non aprirlo se non sai cos'è, odora prima se non è per te!
     
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2 replies since 28/12/2020, 08:57   64 views
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